La piccola bottega senza tempo - copie d'autore

La copia d'autore

Andrea Randi disegnatore, illustratore e pittore si è orientato da circa una decina di anni  alla realizzazione di riproduzioni di dipinti, dedicandosi con grande profitto a quelle che solitamente chiamiamo copie d’autore. La grande versatilità come illustratore e la vasta esperienza tecnica maturata in decenni di lavoro (1985-2023) gli conferiscono un bagaglio di conoscenze tale che può affrontare gli autori più disparati mettendo di volta in volta a fuoco il quid di ogni opera, in quanto il suo obbiettivo non è soltanto quello di eseguire delle copie fedeli, ma di far rivivere l’idea stessa e l’emozione che stanno alla base di ogni grande quadro, la sua energia, la sua forza irradiante, in una sola parola: la sua presenza.  

 

Intervista all'autore

D: vorrei iniziare questa breve intervista chiedendole perché ha dato alla sua attività il nome di «La piccola bottega senza tempo».

 

R: la mia attività di pittore può essere paragonata a quella di uno strumentista che esegue un brano di musica. In questo senso ho un repertorio e degli autori preferiti, verso i quali mi sento più affine, ma le mie scelte non sono determinate da un particolare periodo, né da un genere o da uno stile. Come molti altri credo esistano opere che per la loro bellezza trascendono il tempo e la collocazione storica. 

 

D: Quindi tende a realizzare maggiormente opere degli autori più importanti?

 

R: quello che sto per dire forse scandalizzerà qualcuno, ma persino in Raffaello, che secondo me ha toccato (come pochi altri) le vette più alte della pittura, non tutto è eccelso, di converso esistono opere stupende, vive, interessanti di pittori praticamente sconosciuti o dimenticati. 

La pittura è un’esperienza viva. Qualunque pittore sa che esistono momenti felici della loro attività e sa anche che sono preziosi perché rari, ma assolutamente autentici, e la loro forza trascende tutto, stile, soggetto, epoca. 

 

D: quindi «senza tempo» significa...

 

R: che in virtù della loro forza escono dai canoni ed azzerano le distanze, culturali e temporali, riuscendo a parlare un linguaggio universale.

Avrebbe senso dire che Vermeer è superato? O che Giotto è ormai fuori moda? 

E’ ovvio che appartengono ad una dimensione che si pone al di là della cosiddetta evoluzione dei linguaggi, per la quale il nuovo è sempre meglio del vecchio.

 

D: e «piccola bottega»...

 

R: In quanto copista mi colloco in modo più veritiero in una dimensione artigiana, di bottega dove si esercita un «saper fare», e comunque tradizionalmente ogni grande artista figurativo ha compiuto i primi passi presso la bottega di qualche pittore già affermato. Per me piccola bottega sta a significare quindi dedizione artigianale ma anche uno spazio protetto, dove possono convivere mondi pittorici differenti, fianco a fianco, senza la necessità di giustificarne la convivenza, perché appartengono tutti alla medesima dimensione senza tempo. 

 

D: entriamo più nello specifico: parliamo degli autori che frequenta con maggiore assiduità:

 

 

R: la mia prima riproduzione è stata quella di un famoso quadro di Vermeer: «vista di Delft». Quadro che Marcel Proust definì il più bello mai dipinto, facendo così riscoprire un pittore che era stato pressoché dimenticato e che oggi attira orde di appassionati al pari di  Van Gogh e degli impressionisti.

Amavo quel quadro e sognavo di poterlo avere in casa mia, con quella sua luce incredibile, allo stesso tempo tranquilla e mutevole e l’impianto compositivo elegante e maestoso.

Dato che ero un illustratore iperrealista sapevo di aver affinato una grande capacità analitica ed anche che ero in gradi di mettere a punto gli strumenti per arrivare ad un determinato risultato, così dopo un anno circa mi «regalai» Vista di Delft. 

 

D: quindi Vermeer è uno dei suoi autori preferiti? 

 

R: si, ho una predilezione per i pittori Olandesi e fiamminghi, ho studiato  e realizzato diverse opere di Rogier Van der Weyden e di Rembrandt. Ognuno di loro è un pianeta da esplorare, nel blog legato a questo mio sito darò il resoconto di questi miei «viaggi», comprese notazioni tecniche.

 

D: e autori più recenti?

 

R: trovo che la più grande pittura contemporanea sia ancora collocata nel nord Europa, al cui vertice metterei Emil Nolde,  Gerard Richter e Peter Doig, ma anche in America ci sono dei veri giganti come Estes e Hopper. Ma sarebbe ingiusto non parlare anche di altri, italiani compresi, e Vi rimando al mio blog dedicato alla pittura vista da vicino per questo tipo di approfondimenti.

 

D: oggi si da per scontato che l’arte possa invecchiare.

 

R: si ma non è così da sempre, è con T.Adorno che l’arte viene inserita tra i criteri di verità e quindi dato che la verità moderna è un work-in-progress continuo, l’idea che l’arte esprime può diventare inattuale e superata, inoltre il calare l’opera artistica dalla dimensione universale senza tempo a quella temporale e transitoria è molto funzionale al mercato che gioca sempre la carta del rinnovamento per rilanciare il prodotto, per cui anch’essa in realtà non è immune da una certa idea di "obsolescenza programmata". 

 

D: una domanda personale ma non è più divertente dipingere inventando qualcosa di proprio, dando libero sfogo alla fantasia? 

 

R: non c’è dubbio che creare a briglia sciolta sia estremamente gratificante, ed in realtà una parte del mio impegno è rivolto alla realizzazione di opere originali, di cui si possono vedere degli esempi proprio su questo sito.

La riproduzione artistica può (e secondo me dovrebbe) a tutti gli effetti accostata alla riproduzione musicale, intendendo la riesecuzione di un brano. L’opera rivive, e così come c’è un piacere unico non solo nell’ascoltare un brano al pianoforte ma anche nell’eseguirlo. Dipingere un soggetto di svariati secoli addietro dato che richiede una certa immedesimazione, e ovviamente dopo aver svolto uno studio preparatorio alla realizzazione del quadro per raccogliere informazioni sull’opera, l’autore e il periodo, la sensazione incredibile è quella di viaggiare nel tempo attraverso le epoche e lo prenda come uno scherzo, a volte ho la netta sensazione di aver risvegliato un pittore del passato, e che riconoscente per essere stato ricordato e amato, per il fatto che gli dedico il mio tempo e un pezzo della mia vita mi si accosta amichevolmente, e mi dà dei suggerimenti, mi guida. 

Quando si fa largo questa sensazione alla fine di un quadro mi accorgo con sorpresa che ho realizzato qualcosa che non avrei saputo realizzare con i miei soli mezzi e allora mi fa piacere pensare che lo spirito di Rembrandt o di Vermeer mi sia venuto a dare una mano.  

 

D: per finire mi può dire qualcosa a proposito della sua tecnica?

 

R: La questione tecnica più rilevante è quella concernete la pennellata. Bisogna tener conto che la pennellata per un pittore è già la sua firma, può essere paragonata alla calligrafia, cioè a qualcosa di unico e assolutamente personale. Quindi non avrebbe senso «imitare» la pennellata, il quid di un dipinto si risolverebbe in un qualcosa di leggermente grottesco, sensazione che emerge in modo molto evidente in gran parte delle riproduzioni d’autore. Ci sono alcuni pittori inoltre come Frans Hals, Manet, Lovis Corinth, Corot e sopra tutti Van Gogh, che ritengo inavvicinabile,  in cui il ritmo e la direzione delle pennellate svolge un ruolo di primaria importanza, al pari della forma, del colore e della composizione. In questo caso per realizzare una riproduzione che abbia senso bisogna andare oltre la pura imitazione e sintonizzarsi sull’effetto che quella particolare pennellata produce, la forza che sviluppa, la struttura che crea, collocandosi ad un livello di concentrazione più elevato con tutta la fatica e lo sforzo che questo comporta. 

 

D: alcuni vedono la copia d'autore un esercizio sterile e poco creativo...

 

R: infatti con la copia non ci troviamo propriamente nel campo dell'invenzione, ma dello studio e dell'esercizio; bisogna tener conto che il risultato che si ottiene é molto utile per comprendere la "distanza" che ci separa dalle capacità di un grande autore del passato e grazie a questa comprensione l' intervallo diminuisce ogni volta di un grado, e quindi riportare  questa conoscenza acquisita nell'esecuzione dei miei soggetti originali. Infine ha anche il vantaggio di essere remunerante in quanto molte commissioni derivano da richieste di riproduzioni.